ISO 22716:2008 “Buone Pratiche di Fabbricazione” : la Norma fornisce le Linee Guida per la produzione, il controllo, l’immagazzinamento e la spedizione dei prodotti cosmetici. Per chi non produce ma commercializza esclusivamente i propri prodotti, la Norma è comunque applicabile almeno per le fasi di identificazione, stoccaggio, conservazione e spedizione dei prodotti stessi.
Trattasi di Norma non certificabile ma l’Ente di Certificazione può comunque rilasciare, a seguito di apposita verifica ispettiva, un attestato di conformità alla Norma che dimostra anche il rispetto delle Pratiche di Buona Fabbricazione entrate in vigore l’11 Luglio 2013.
La presente Norma prevede aspetti specifici riguardanti il personale, i locali, le apparecchiature etc… ed altri aspetti che presuppongono l’esistenza di un Sistema di Gestione (ad es° mansionario ruoli e responsabilità, audit interni, formazione e addestramento del personale, reclami e ritiri, documentazione etc…) molto paragonabile al Sistema di Gestione della Qualità conforme alla Norma ISO 9001:2008, con cui la presente Norma può facilmente integrarsi.
Nello specifico la Norma ISO 22716:2008 riguarda i seguenti aspetti:
· personale (definizione struttura organizzativa)
· formazione adeguata sulle Pratiche di Buona Fabbricazione
· igiene e salute del personale
· locali (definizione degli spazi, dei flussi di lavoro, delle caratteristiche degli ambienti e delle strutture, strutture di lavaggio e bagni, ventilazione, illuminazione, tubazioni scoli e condotti)
· pulizia e igienizzazione
· manutenzione locali
· controllo insetti nocivi
· gestione apparecchiature (installazione, taratura, pulizia e igienizzazione, manutenzione etc..)
· materie prime e materiali di imballaggio
· approvvigionamento
· ricezione materiali (identificazione e stato, rilascio, conservazione, nuova valutazione)
· qualità dell’acqua utilizzata nella produzione
· produzione (descrizione processi di fabbricazione, disponibilità dei documenti pertinenti, controlli all’avvio, assegnazione di un numero di lotto, identificazione delle attività di produzione, controllo di processo, conservazione del prodotto sfuso, rifornimento delle materie prime
· processo di imballaggio (disponibilità dei documenti pertinenti, controlli all’avvio, assegnazione del numero di lotto, identificazione dlela linea di confezionamento, verifiche dlel’apparecchiatura di controllo in linea, controllo di processo, rifornimento die materiali di imballaggio, identificazione e gestione del lavoro ij corso
· prodotti finiti (rilascio, conservazione, spedizione, resi)
· laboratorio di controllo della qualità (principio; metodi di prova; criteri di accettazione; risultati; risultati che non rientrano nelle specifiche; reagenti, soluzioni, campioni di riferimento, terreni di coltura; campionamento, campioni conservati
· trattamento del prodotto che non rientra nelle specifiche
· rifiuti (principio, tipi di rifiuti, flusso, contenitori, smaltimento)
· subappalto (definizione dei requisiti da parte del subappaltante)
· deviazioni
· reclami e ritiri prodotti
· controllo delle modifiche
· audit interni
· gestione documentazione (redazione, approvazione, distribuzione, revisione, archiviazione)
Per ciascuno degli aspetti sopra richiamati l’Azienda, per poter dimostrare la conformità alla Norma, deve mettere nero su bianco quello che fa elaborando apposite Procedure, Istruzioni di lavoro e di controllo, Moduli (registrazioni) etc…
IFS-HPC – la catena di supermercati Lidl ad es° chiede questa certificazione
Lo standard IFS HPC (International Featured Standard Household and Personal Care), al contempo standard di sicurezza e qualità dei prodotti, è uno schema internazionale promosso con l’obiettivo di armonizzare, a fronte di principi comuni, i differenti standard adottati dalla Grande Distribuzione europea, per rispondere efficacemente alle aspettative di sicurezza e qualità del consumatore.
Catene di fornitura e reti distributive sempre più complesse hanno intensificato la richiesta di garanzie sulla qualità e la sicurezza di tutti i prodotti cosmetici e prodotti chimici per la casa da parte dei Consumatori e delle Autorità.
In risposta a questa pressante attenzione, la Grande Distribuzione (con il contributo dei rappresentanti dei più importanti retailers tedeschi, francesi ed italiani) si è fatta promotrice a livello internazionale di uno standard igienico-qualitativo, richiedendone l’applicazione ai propri Fornitori.
Attraverso questo schema, è possibile monitorare e verificare le metodiche di lavorazione ed il rispetto di requisiti igienici lungo l’intera supplychain, garantendo la sicurezza dei prodotti per la casa e cura della persona ed una pronta gestione del rischio, laddove si dovesse verificare un problema.
Questo Standard consiste in un insieme di requisiti e regole specifici per la gestione dei fattori che possono influire sulla qualità e la sicurezza del prodotto.
L’importanza dell’adozione di questo standard è particolarmente sentita da parte delle Aziende che desiderano affacciarsi sul mercato internazionale
CERTIFICAZIONI HALAL e KOSHER – richieste rispettivamente dal mercato Musulmano ed Israeliano
Standard HALAL:
La certificazione HALAL è una certificazione di qualità, che garantisce che il prodotto, oltre ad essere conforme alle normative italiane ed europee in tema di igiene e sicurezza, sia anche rispondente alle regole della legge islamica (la sharia) e ci permetterà di distribuire i ns. prodotti anche negli Stati Arabi e comunque nei paesi musulmani.
Il termine HALAL, nella dottrina islamica, indica tutto ciò che per un musulmano è lecito.
Non è riferito unicamente all’alimentazione ma anche alla cosmesi e comprende tutte le azioni e comportamenti della vita quotidiana.
L’Azienda deve dimostrare la conformità allo Standard HALAL in merito ai seguenti principali punti:
– Norme di riferimento e Riferimenti legislativi e Normativi
– Disciplinare Tecnico per la Certificazione di Prodotti Cosmetici e per la Cura del Corpo Halal (DTP HLL-C 01)
– I requisiti Halal: Halal e haram
– Caratteristiche certificabili del prodotto cosmetico
– Personale, Macchinari ed attrezzature di produzione
– Assenza di sostanze non conformi
– Non contaminazione (pulizia e sanificazione)
– Separazione delle linee produttive
– Tracciabilità
– Etichettatura
– Le scuole giuridiche islamiche e gli ulteriori cibi sconsigliati
– Ingredienti Muharramat
– Credibilità e Reputazione Islamica
– Principi di Marketing Religioso
Standard KOSHER:
Rispettare i requisiti e le disposizioni della certificazione Kosher significa produrre alimenti idonei al consumo e conformi alle Norme di alimentazione Kosher in modo da poter distribuire i propri prodotti nel mercato Israeliano.
L’Azienda deve dimostrare la conformità allo Standard KOSHER in merito ai seguenti principali punti:
– I requsiti kosher: Kosher e non Kosher
– I principi della Torà
– Principi di Marketing Religioso
LINEA GUIDA ISO 16128:2016
È una Linea guida come la ISO 22716 e serve a valutare gli indici di Naturalità e Biologicità dei cosmetici per poterli poi esplicitare e pubblicizzare sull’etichetta e/o confezione del prodotto.
Il mercato dei cosmetici naturali e biologici è in continua espansione soprattutto grazie alla maggior richiesta da parte dei consumatori di prodotti naturali, ritenuti spesso più sicuri.
Fino a pochi anni fa sussisteva una completa mancanza di riferimento legislativo, perché non erano stati identificati i parametri che potessero chiaramente stabilire le “condizioni basilari” di un prodotto naturale o biologico. Nonostante questo molte aziende produttrici di cosmetici hanno utilizzato ed attualmente utilizzano claims (quali “natural”, “eco”, “bio”,”green” o ”organic”) grazie ai numerosi enti certificatori (come Icea, Ecocert, CCPB, Demeter) che utilizzano standard europei (come Cosmos e Natrue) di verifica e controllo dell’ingredientistica”.
Dopo molti anni di elaborazione è stata pubblicata la norma ISO 16128 che stabilisce delle linee guida il cui scopo è di tentare di far chiarezza sul tema prodotto-ingrediente/naturale-biologico.
La norma non prende in considerazione le certificazioni e benché meno entra nel contesto della classificazione degli ingredienti (accettabili o meno).
Da più parti si dece che la ISO 16128 non definisce nello specifico quali ingredienti siano ammessi nei cosmetici naturali o biologici ed i loro contenuti minimi nel prodotto finito.
L’obiettivo è stato invece di fornire criteri quantitativi di “naturalità” applicabili a tutti gli ingredienti cosmetici e determinare indici quantitativi per la composizione in ingredienti naturali e biologici del prodotto finito.
Vi sono inoltre ulteriori certificazioni:
· ISO 14024: etichette ecologiche volontarie sottoposte a certificazione esterna (o di parte terza).
· ISO 14021: etichette e dichiarazioni ecologiche che riportano informazioni ambientali dichiarate da parte dei produttori, importatori o distributori di prodotti, senza che vi sia l’intervento di un Organismo indipendente di certificazione (tra le quali: “Riciclabile”, “Compostabile” etc…), trattasi quindi di asserzioni ambientali auto-dichiarate.
· ISO 14025: dichiarazioni ecologiche che riportano informazioni basate su parametri stabiliti che contengono una quantificazione degli impatti ambientali associati al ciclo di vita del prodotto (sistema LCA), sottoposte ad un controllo indipendente (Ente Terzo).
I vantaggi di queste tre certificazioni sono i seguenti:
– accrescimento immagine e reputazione aziendale grazie all’adozione di politiche di sostenibilità;
– valorizzazione dei propri investimenti in tecnologia e delle buone pratiche esistenti;
– possibilità di comunicare i risultati anche e soprattutto sul prodotto;
– acquisizione di punteggi nei sistemi di rating ambientale e per l’ottenimento di incentivi;
– possibilità di dichiarare la conformità ai requisiti previsti dalla legislazione italiana vigente.